Dal Burundi: la casa dei ragazzi

Casa dei ragazzi

Il progetto: la Casa dei ragazzi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da Mimì e Beppe da Gitega, in Burundi, dove abbiamo avviato un nuovo progetto sostenuto dalla nostra associazione: la casa dei ragazzi.  In questi giorni la nostra Annalisa è proprio in Burundi per visitare la casa e i nostri amici. Seguirà un reportage al suo ritorno.

La lettera

Cari amici di Tribù del Mondo, vi scriviamo questa lettera e, speriamo, che sia solo la prima di tante altre, innanzitutto per ringraziarvi dal nostro profondo dell’anima per il vostro aiuto e contributo che avete sostanzialmente dato a noi senza quasi conoscerci. Ci  riempie di gioia sapere che anche da lontano c’è qualcuno che si impegna come noi a trovare soluzioni e modi per donare qualche cosa a chi non ha niente e  sta peggio di noi.

I tamburieri

Con ciò vorremmo illustrarvi cosa abbiamo iniziato a fare  con la donazione arrivata  nel mese di dicembre:

Abbiamo donato 1.000.000 di franchi burundesi ad una piccola associazione locale che con tanti giovani  porta avanti una tradizione che dura  da secoli, ossia quella dei tamburi: il Burundi è il paese dove questa cultura dei tamburi è considerata la più antica del mondo, parte del patrimonio culturale del paese, che si tramanda da padre in  figli ormai da generazioni che si perdono nel tempo. E’ stato un nostro giovane amico, si chiama  Raphael, che cerca di tenere in vita questa associazione di una collina qui vicino, che aveva espresso la necessità di acquistare nuovi abiti tradizionali fatti di corteccia di alberi per il gruppo dei tamburinieri. Eravamo presenti ovviamente alla cerimonia di ringraziamento e siamo felici di condividere con voi qualche foto e video dell’occasione.

La casa dei ragazzi

L’altro progetto che da tempo era in uncasetto e che grazie al vostro aiuto è diventato subito realtà è il “Progetto Casa dei Ragazzi”.  L’idea è nata più di tre anni fà a seguito del trasferimento in Ciad di suor Arianna, alla quale Mimi era molto legata perchè amava ciò che faceva e io stesso mi sentivo molto vicino (per quanto non amo particolarmente le uniformi in generale). Insomma suor Arianna è una bella persona. Con la sua Partenza in Ciad nasce il problema di una coppia di fratellini orfani di madre e con un padre alcolizzato, violento, che durante le vacanze estive, natalizie e pasquali alloggiavano a casa della mamma di suor Arianna. Non ricordo più il problema che era nato a casa della mamma di suor Arianna ma sta di fatto che questi ragazzi, ospiti a pagamento nella casa delle suore  di Mushasha dove frequentano la scuola, nel periodo di vacanza non avevano dove andare. Ed è cosi che inizia la storia: Mimi mi chiede se posso dare una delle 3 stanze del ristorante per il  periodo necessario a questi due fratellini che al tempo avevano 6 e 11 anni . Ovviamente accetto senza obiezioni. Con il trascorrere del tempo qualche amichetto che veniva ogni tanto a trovarli resta un pò cosi stupito dall’ambiente familiare e accogliente  tanto che hanno iniziato a fermarsi a dormire qualche volta per poi pian piano diventare anche loro nostri ospiti. Tra questi è arrivato Yve di qualche anno più grande ma autistico e allora decidiamo di inserire anche lui nel programma facendogli trascorrere le vacanze qui in Afrita.

Tutto qui. Qualche mese fà avevamo trovato una casa con 5 stanze ed un giardino grandissimo dove ci volevamo  trasferire  io e Mimi ma la variazione di programma ha permesso a questi ragazzi di cambiare letteralmente vita. Ora, oggi 1 febbraio nella casa vivono 8 ragazzi di cui 6 tra i 10 e 16 anni, insieme a 2 studenti universitari di 17 e 18 anni con un maestro che lavora come cameriere all’Afrita e un signore che fa da guardiano e le pulizie di nome Eric. Abbiamo arredato casa con letti a castello e armadi ,nella sala da pranzo abbiamo messo  un bel tavolone, due divani nella sala  e nei prossimi giorni installeremo anche una televisione che avrà delle regole rigide e precise.

Nel grandissimo giardino avevo già pensato di costruirci una serra per coltivare verdure per il ristorante che qui in Burundi non troviamo e lo farò a questo punto insieme ai ragazzi anche per insegnare un pò a come pian piano creare una piccola autonomia domestica . Nella serra coltiveremo prodotti che non troviamo al mercato, pomodorini, peperoni rossi e gialli, fragole,rucola, friarielli, prezzemolo, salvia e tutti gli altri semi che arriveranno dall’Italia .  Lascerò uno spazio a loro per carote, fagioli, cipolle e quello che vorranno coltivare evitando cosi a noi di comprare il 100% dei vegetali cui hanno bisogno per nutrirsi.

Io e Mimi abbiamo già pagato l’affitto per diversi mesi, il proprietario è una brava persona, un medico, che vive a Ginevra e i suoi figli in Canada e che quindi è felice che la casa venga vissuta con questo spirito. Anche di tutto ciò inserirò delle foto, ma visto che tra pochi giorni tu Annalisa sarai qui saremo felici di mostrarti il tutto.

In conclusione che dire: siamo contenti di tutto ciò e siamo strafelici di avervi incontrati cosi casualmente  tramite una videocall.   il mondo e la vita  riservano sorprese e succedono anche belle cose.

Un infinito ringraziamento intanto a voi e a Tribù del Mondo

Beppe e Mimi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *